. Lo stabilisce una sentenza del Tribunale di Bergamo, letta dall’AGI, che accoglie il ricorso presentato da una donna impiegata con un contratto di collaborazione coordinata e continuativa. A convincere il giudice anche la testimonianza di un collega dalla quale emerge che “fosse la società a distribuirli settimanalmente presso i vari centri commerciali, indicandogli anche la fascia oraria da osservare”.nte”. "C’è chi rischia di non aprire per il primo ponte primaverile – dice Gianni Indino - perché non riesce a completare il team. Molti si rivolgono anche a noi per chiedere aiuto nel trovare professionalità in vista della stagione turistica alle porte. Da parte nostra possiamo proporre diverse strade, indirizzandoli verso i ragazzi che escono dalle scuole specialistiche con cui si collabora per la formazione, oppure aiutandoli ad orientarsi con intermediari seri, ma le soluzioni per trovare uno sbocco sono sempre meno. Sono davvero stanco di sentire imputare tutte le colpe ai datori di lavoro, così come sono stanco di chi pensa di avere la soluzione in tasca: mi è stato persino detto che basta pubblicare sui social compenso, orario e inquadramento e per avere la fila di lavoratori alla porta. Niente di più falso e lo dico per esperienza diretta: cercando un impiegato si offrivano 1.400 euro netti al mese per 14 mensilità, contratto a tempo indeterminato e tutte le tutele del CCNL. Sono arrivati 5 curriculum: 2 senza requisiti, 2 non hanno accettato perché ritenevano il compenso sotto le aspettative e per ottenere il sì dal quinto candidato gli è stato concesso di lavorare meno ore rispetto al full time. Questa è la situazione per un lavoro fisso impiegatizio e non è un caso isolato; figuriamoci cosa accade per un lavoro nel turismo dove si è occupati nei giorni festivi, in orari notturni e serve quella flessibilità legata proprio alla natura del lavoro, dunque ai flussi turistici. Il settore da noi rappresentato è pronto a fornire una giusta retribuzione e anche qualcosa di più quando le professionalità sono evidenti. Purtroppo ciò non basta". "Ho detto a più riprese - prosegue Indino - a volte anche gridando, che il Reddito di cittadinanza ha contribuito a distruggere il tessuto occupazionale del Paese, soprattutto a livello giovanile

Malattia: va comunicata al datore di lavoro e anche all’Inps

Esiste l’obbligo di comunicare al datore di lavoro e all’Inps lo stato di malattia. Nel caso in cui non avvenga, avverte la “Legge per tutti‘, “il dipendente può ricevere una sanzione disciplinare anche molto grave. Ma si può essere cacciati via? In caso di assenza per malattia, quando si rischia il licenziamento?”.

“Una recente sentenza del Tribunale di Foggia risponde a questa domanda confermando che il lavoratore è tenuto a comunicare la malattia all’azienda anche se il medico ha già fatto altrettanto con l’Inps: avvertire l’Istituto di previdenza, insomma, non basta.

Se il dipendente non ottempera al suo dovere, rischia il licenziamento”.

Altri dettagli non da poco

“A titolo esemplificativo – scrive la Legge per Tutti – occorre farlo: prima che inizi il turno di lavoro nelle aziende in cui viene applicato un Ccnl di Telecomunicazioni, Terziario e Commercio, Turismo, Gomma/Plastica, Carta, Tessile/Abbigliamento/Confezioni, Grafica /Editoria o Alimentare;

entro due ore dall’inizio del turno di lavoro, per le aziende che applicano il contratto collettivo Autotrasporto;

entro quattro ore dall’inizio del turno di lavoro, per le aziende che applicano i seguenti contratti collettivi:

Autotrasporto (relativamente al personale viaggiante e soggetto a turni continui avvicendati), Legno/Arredamento, Chimica, Calzature; entro il primo giorno di assenza, per le aziende del settore metalmeccanico”.

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